Un disturbo che è “familiare” o “genetico” non significa che si verificherà con certezza. Men che meno nel caso di disturbi come l’ansia o l’attacco di panico, caratterizzati da un’ereditarietà molto complessa. In realtà i soli fattori “predisponenti” non si traducono in malattia se non vengono associati a “fattori precipitanti”, relativi agli stili di vita, a eventi o periodi stressanti, a malattie debilitanti o a carenza cronica di sonno, e a “fattori di mantenimento”, tra i quali spicca l’omissione diagnostica, ossia la mancata diagnosi della vera natura del problema e le cure inadeguate.
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Infatti, anche se si avesse un terreno fertilissimo (una elevata predisposizione genetica) e vi fossero molti semi nella terra (elevata presenza di fattori precipitanti) grazie ad una buon trattamento terapeutico sarebbe possibile evitare di innaffiare il tutto e controbilanciare, dunque, l’iniziale predisposizione.
Dunque, sebbene i gemelli monozigoti, ossia identici, siano più colpiti rispetto ai gemelli eterozigoti, ossia diversi come due normali fratelli, il disturbo da attacchi di panico necessita di particolari condizioni ambientali e sociali perché si manifesti (con un’alta probabilità) in entrambi i gemelli. Inoltre il fatto che esista una vulnerabilità genetica non vuol dire inevitabilmente che la malattia sia un destino, anzi!
Nel momento in cui si avvertono problemi di ansia e panico, quindi, è importante ricercare un aiuto professionale adeguato grazie alle varie terapie risolutive oggi esistenti per il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP), come la terapia breve ad approccio strategico, che agisce in tempi brevi rompendo il copione stimolo-percezione-risposta attuato in tutti i casi e quasi sempre in modo automatico, mediante l’ausilio di tecniche o di stratagemmi terapeutici, costruiti ad hoc per ogni singola persona e il suo disturbo.
E’ vero che le donne sono generalmente più colpite?
Le donne sono più colpite perché le vie e i centri nervosi che coordinano l’emozione di attaccamento e di panico con angoscia di separazione sono più sensibili agli estrogeni (ecco perché il disturbo è più frequente nelle donne a partire dalla pubertà fino alla menopausa) e alle loro fluttuazioni.
Ci sono altri fattori relativi agli stili di vita che possono favorire l'attacco di panico?
Circa l’80% delle vittime di questa insurrezione violenta del corpo ha avuto un periodo di forte stress nell’anno precedente il primo attacco. Inoltre, queste persone spesso presentano una carenza cronica di sonno, o una scarsa qualità del sonno, con difficoltà di addormentamento e/o risvegli notturni frequenti. Carenza di sonno e stress rendono il cervello molto più vulnerabile alla comparsa di un “terremoto neurochimico”, che dal punto di vista soggettivo e comportamentale si traduce nell’attacco di panico.
Per questo è consigliabile condurre, se possibile, stili di vita regolari, e in particolare:
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Consulenza gratuita per liberarsi dai sintomi degli attacchi di panico.
Dott. Ivano Cincinnato
Psicologo Psicoterapeuta
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Specialista in Psicoterapia Breve ad Approccio Strategico. |
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Specialista in Psicologia Clinica e in Psicodiagnostica |
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Esperto in Disturdi d'Ansia e Panico e in Disturbi dell'Umore. |
Centro di Clinica e Formazione Strategica - Via Carlo Mirabello, 18 - 00195 Roma ( zona Prati ) Tel.: 06 92 92 74 30
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